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Gentile: Noci e il suo territorio a 280 anni dall'Instrumento

Secondo incontro per “Settembre in Santa Chiara” quello di ieri, 11 settembre, presso il Chiostro delle Clarisse. L’evento, lo ricordiamo, organizzato da Centro Culturale “Giuseppe Albanese”, Biblioteca comunale “Mons. A. Amatulli” e Comune di Noci ha focalizzato l’attenzione sull’assegnazione a Noci di un proprio territorio. Relatore ed esperta guida nel mondo storico della nostra cittadina, lo studioso Pasquale Gentile, introdotto da Giuseppe Basile; saluto iniziale affidato a Marta Jerovante (assessore comunale alla Pubblica istruzione e Offerta formativa). 

Proprio la Jerovante ha ribadito quanto sia importante raccontare e divulgare tutto ciò che riguarda la storia locale, con un particolare occhio di riguardo all’ambiente scolastico. Sono proprio i ragazzi, secondo l’assessore, a dover prendere consapevolezza della lunga storia del nostro paese, e per questo “la storia locale deve entrare nelle scuole e diventare una risorsa fondamentale nella formazione storica degli studenti”.

La parola è poi passata a Pasquale Gentile che, attraverso l’utilizzo di minuziose slides, ha raccontato alla platea, di come Noci sia pian piano venuta in possesso dei territori che oggi abita. Partendo dai primi anni del 1400, in cui la terra di Noci è sorta sul territorio di Mottola, lo storico ha parlato dei lunghissimi anni di “soggezione” ai quali il nostro territorio è stato soggetto. Solamente dal 1407, con la conferma del Re Ladislao, i nocesi hanno ricevuto il diritto di utilizzare alcune delle terre per usi civici. Diritti sospesi durante la “parata del frutto pendente” in cui, nelle terre circostanti venivano raccolti frutti e ghiande destinate agli animali neri. Questo portò a diversi casi di ribellione da parte dei contadini, che insorsero e, nel 1531, cominciarono ad usurpare molti territori attraverso il diritto di semina. Scontri armati portarono alla stipula di una prima convenzione di concordia che, però, non riuscì a fermare le usurpazioni. A questo seguì un secondo patto (con l’elargizione di ben 2000 ducati, oltre agli altrettanti già elargiti durante il primo). In quegli anni si cominciano a dividere i confini tra Noci e Mottola, grazie alla definizione del territorio delle “tre miglia”.

Con Matteo Ferrante, viene stipulato un nuovo decreto, presente all’interno dell’Istrumento, decreto che viene formalmente accettato nel 1726. Con l’accettazione del decreto vengono stipulati diversi accordi, tra i quali la misura e successiva divisione dei territori, e la ripartizione delle contrade. Per evitare ulteriori screzi, inoltre, vengono stabilite le pene per le contravvenzioni e individuati i tratturi per il passaggio dei vassalli, tra i quali il Tratturo comune “verso Castellaneta e le montagne” e il passaggio “verso la provincia di Lecce”. Dopo la creazione della pianta a cura di Giuseppe Orotio Colizzi (1730), il territorio di sviluppa e comincia ad estendersi presso Barsento, ma questa estensione viene successivamente sospesa a causa della forte opposizione di Putignano, per concludersi in favore della stessa solo nel 1737.  In seguito a questi avvenimenti vengono quindi stipulati nuovi confini, con le dovute imposizioni dettate da un successivo decreto. È nel 1739 che viene stipulato l’Instrumentum, nel quale figura, tra gli altri, il nome di Francescantonio Albanese. Finalmente, il 30 Novembre del 1740, il sindaco Domenico Giordano stipula l’accordo con cui l’Università e i nocesi ricevono pieno diritto giuridico sui territori occupati. Nel corso degli anni c’è stata inoltre, a seguito di screzi e incomprensioni, l’annessione di nuovi territori che hanno reso Noci quella che oggi conosciamo. Nel corso della serata anche la demolizione di uno dei falsi miti più conosciuti a livello storico, ovvero l’assegnazione del territorio nocese da parte di Re Ladislao, mai avvenuta nel 1407. Re Ladislao, infatti, non fece che prendere il territorio e renderlo una città regia, sotto il suo completo dominio.

“Settembre in Santa Chiara” prosegue giovedì 19 settembre con “È successo un novantanove. Noci e dintorni durante la Repubblica napoletana del 1799” a cura di Domenico Blasi (direttore del Gruppo Umanesimo della pietra) e dello studioso José Mottola.

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